Effetti sulla salute causati dall’amianto
L’amianto è noto per causare diverse malattie gravi, principalmente a carico del sistema respiratorio. Le principali patologie associate all’esposizione all’amianto includono:
- asbestosi: una malattia polmonare cronica causata dall’inalazione di fibre di amianto che provocano cicatrici nei polmoni, rendendo la respirazione sempre più difficile. I sintomi includono difficoltà respiratorie, tosse persistente e dolore toracico;
- mesotelioma: un tipo di cancro raro e aggressivo che colpisce il mesotelio, il tessuto che riveste i polmoni, l’addome e altre cavità corporee. La maggior parte dei casi di mesotelioma è collegata all’esposizione all’amianto;
- carcinoma polmonare: il cancro del polmone è un’altra malattia legata all’esposizione all’amianto. Sebbene il fumo di sigaretta sia la causa principale, l’amianto può aumentare significativamente il rischio;
- altre malattie: l’esposizione all’amianto può anche causare altri tipi di cancro, come il carcinoma laringeo e il carcinoma ovarico, oltre a malattie pleuriche non maligne, come gli ispessimenti pleurici e le placche pleuriche.
Quanto bisogna essere esposti all’amianto per avere danni?
Non esiste una quantità sicura di esposizione all’amianto. Anche esposizioni molto basse possono, nel tempo, causare gravi malattie e danni alla salute. Tuttavia, il rischio aumenta con l’intensità e la durata dell’esposizione.
L’esposizione può avvenire in varie forme:
- occupazionale: i lavoratori nei settori dell’edilizia, della navalmeccanica e della produzione di materiali contenenti amianto sono stati storicamente i più esposti;
- ambientale: può verificarsi in aree dove l’amianto è presente naturalmente nel suolo o nelle rocce;
- secondaria: le famiglie dei lavoratori possono essere esposte attraverso le fibre portate a casa sui vestiti e sugli strumenti di lavoro.
Come si fa a sapere se si ha inalato l’amianto?
Determinare se si è stati esposti all’amianto e se si sono inalate le sue fibre può essere complesso. Ecco alcuni passi da seguire:
- storia di esposizione: il primo passo è valutare se si è stati in situazioni di rischio. Questo include l’analisi del proprio lavoro, degli ambienti frequentati e dei materiali con cui si è venuti a contatto;
- sintomi clinici: la presenza di sintomi come tosse persistente, difficoltà respiratorie, dolore toracico o perdita di peso inspiegabile può suggerire l’esposizione e la necessità di ulteriori indagini;
- esami medici: con l’aiuto di esami specifici si può capire se si è stati a contatto con l’Eternit. Tra questi esami abbiamo: radiografie toraciche e TC ( dove si possono rivelare cambiamenti nei polmoni o nella pleura indicativi di asbestosi, placche pleuriche o tumori), test di funzionalità polmonare ( che misurano quanto bene funzionano i polmoni ) e biopsia ( in alcuni casi, può essere necessaria una biopsia del tessuto polmonare o pleurico per confermare la diagnosi );
- consultazione specialistica: è fondamentale rivolgersi a un medico specializzato in malattie respiratorie o oncologiche per una valutazione completa e accurata.
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